Il Capriolo è uno dei mammiferi presenti nel Parco Regionale del Trebbia con una popolazione numerosa.
Non è raro vederli ma avvicinarli, sufficientemente da poterli fotografare con un obbiettivo 400mm, non è così facile.
Finalmente sono risuscito in questo intento.
In altre occasioni mi è capitato di avvicinarli inconsapevolmente nelle mie passeggiate, addirittura alle porte della città di Piacenza. In tali frangenti non ho avuto la possibilità di fotografarli.
Il più delle volte la nostra presenza li mette in fuga spesso senza neppure riuscire a vederli, ostacolato della vegetazione; altre volte capita di vederli allontanare correndo ma, sebbene sia emozionante l’incontro, a visione del loro posteriore non ci fornisce la migliore delle inquadrature.
Oggi, muovendomi silenzioso lungo i sentieri che finacheggiano il Trebbia, sono stato sopreso da uno scatto improvviso di una femmina di Capriolo; stava nascosta a pochi passi da me tra la vegetazione, senza che ne avessi percepito la presenza.
Quando la mia distanza ravvicinata ha all’armato l’animale questo è sbazato fuori dal cespuglio e, a grandi balzi, ha attraversato una piccola radura per poi fermarsi.
Io, dopo un sobbalzo per l’improvvisa presenza, mi sono immobilizzato per non intimorire il Capriolo.
L’emozione che mi ha colto è stata tra lo stupore e la gioia; finalmente l’avevo incontrato, avevo anch’io fotografato questo splendido animale.
Vi giuro, non è come vederli in cattività dentro ad un recinto.
Stava lì, di fronte a me, e non scappava più, come se attendesse qualcosa o qualcuno, quando ecco uscire dalla vegetazione un altro esemplare.
Anch’esso si nascondeva tra i cespugli poco distanti da me. Dapprima il suo incedere era svelto ma, dopo aver messo qualche metro di distanza tra noi, ha rallentato sino a fermarsi, come incuriosito dalla mia immobilità.
Siamo rimasti così, l’uno di fronte agli altri per qualche minuto. Il silenzio era rotto dal suono degli scatti della mia Nikon D300; immagino che in realtà vi fossero altri mille rumori ma io non li percepivo, mi pareva quasi di sentire il loro respiro e che loro sentissero il mio.
Poi lentamente, senza alcuna fretta si sono incamminati tra la vegetazione; in quel mentre ho scorto tra i rami, oltre la radura, un altro esemplare raggiungerli.
Erano ormai alcune ore che ero in giro e, soddisfatto dell’incontro, ho deciso di tornare verso l’auto, convinto che non potesse andarmi meglio.
Dopo alcuni minuti, con nuovo stupore, i tre caprioli attraversano insieme il mio cammino. Questa volta non manifestano alcuna fretta.
Di nuovo mi blocco, memore del successo di questo atteggiamento, ed inizio a fotografarli.
Il terzo Capriolo è un altro maschio dal colore più chiaro; le sue corna sono coperte da una peluria vellutata. Sono più vicini che mai.
Si attardano e si lasciano ammirare senza alcun timore; decido allora di cambiare angolo di ripresa. Speravo che accovacciandomi avrei potuto godere di quello speccatolo più a lungo ma, non appena ho iniziato a flettere le gambe, sono scattati ed in pochi attimi erano spariti.
Io, stupito ma soddisfatto dalla esperienza vissuta, sono tornato a casa.